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Briatore ha sconvolto tutti con dichiarazioni forti “mio figlio non andrà all’università, ci penserò io a formarlo.”

Molti effettivamente giudicano il sistema scolastico, università compresa, come obsoleto, non adeguato, superato.

Non m’interessa discutere le decisioni di Briatore ma provate ad immaginare una riforma universitaria nel vostro modello di futuro utopico/distopico.

Io ho provato ad immaginare uno scenario molto più vicino a quello che considero il giusto compromesso tra cultura e praticità.

Provo a schematizzare:

  • Le Università come le conosciamo completamente smantellate, solo commissioni d’esame composte da più docenti della stessa materia per garantire l’equità del voto;
  • Preparazione agli esami tramite corsi di formazione materia per materia, sia in FAD che in aula, attraverso Enti di Formazione accreditati scelti dallo studente (magari preferirei seguire Tributario con l’Avv. Villani o Economia con il Dott. Cacciapaglia);
  • Ogni corso frequentato con rilascio di attestazione di frequenza e qualifica al superamento di ogni esame;
  • Indirizzo e qualifica ottenuta impostati per macro aree;
  • Esami obbligatori come canovaccio ed altri a discrezione dello studente che sceglie come specializzarsi;
  • Affiancamento settimanale una volta a settimana in un’azienda/Studio;

Insomma, è difficile da spiegare in poche righe, ma immaginate uno studente di Giurisprudenza che volesse formarsi come futuro docente rispetto ad un aspirante Avvocato penalista.

Pensate davvero che sia equo e producente seguire lo stesso percorso di studio?

Io immagino che potrebbero esserci altri benefici:

  1. Corsi gratuiti finanziati sia dallo Stato/Regioni/Fondi europei ovvero aziende anche attraverso fondi interprofessionali ma fruibili in tutta Italia, chiunque potrebbe laurearsi;
  2. Questo sistema sarebbe disincentivante di meccanismi di nepotismo e favoritismi;
  3. Massimo impegno degli Enti nell’offrire corsi ai massimi livelli per attrarre un maggior numero di studenti;
  4. Aziende e Studi potrebbero conoscere e ospitare giovani promesse sin dal primo anno accademico, strutturando rapporti che potrebbero più facilmente sfociare in rapporti di lavoro;
  5. Uno studente che volesse cambiare indirizzo in itinere, avrebbe una serie di esami già sicuramente validi per qualunque altro corso.

Forse è un sogno, forse un incubo ma io sogno corsi di laurea snelli, performanti e al passo coi tempi, più vicini al mondo del lavoro ed equi, da qualunque parte d’Italia e di qualunque cifra si disponga, anche fosse ZERO!

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