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Categoria: Lavoro e previdenza

COVID-19, indennità di 600 euro. Chi può richiederla e come

Indennità di 600 euro per autonomi e co.co.co., anche detta Indennità Covid-19: che cosa è, chi ne è titolare e come farne richiesta.

L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia COVID-19, noto come Coronavirus, sta causando e causerà nei prossimi mesi, ingenti danni alle macro e micro economie.

I Governi ne sono consapevoli e tutti sanno che dovranno varare delle misure di contenimento dei danni economici per famiglie, imprese, tessuto sociale.

Il Governo Italiano, il paese più colpito insieme alla Cina dall’emergenza sanitaria, è impegnato nel varare le misure di emergenza che, come ben sappiamo, subiscono aggiornamenti di giorno in giorno.
Tuttavia per ora ci sono delle certezze, tra cui il Decreto Cura Italia.

Che cosa è il Decreto Cura Italia, in breve

Mascherina con scritta don't panic_600 euro decreto cura italia indennità covid19

Ogni stato, a suo modo, stanzierà dei fondi a supporto delle famiglie, delle imprese e dei lavoratori che per forza di cose vivranno le conseguenze economiche di un’emergenza sanitaria come quella in corso.

Le misure varate dal Governo Italiano sono riassunte nella nomenclatura di Decreto Cura Italia, un insieme di norme e disposizioni varate nei giorni della crisi, nel suo evolversi.

Tra queste disposizioni, se non valide per una più veloce ripresa del potere di acquisto dei cittadini, almeno all’evitarne una caduta in picchiata, rientra anche la così detta Indennità Covid-19 rivolta a partite iva, lavoratori a progetto e stagionali (più avanti, un elenco dettagliato delle categorie e le eccezioni).

In che cosa consiste l’indennità Covid-19?

computer e mascherina_indennità covid-19
ph. dimitri karastelev, unsplash

L’Indennità Covid-19 è una quota di 600 € , non soggette ad imposizione fiscale, cioè non tassabili, che l’INPS eroga ad alcune tipologie di lavoratori autonomi e lavoratori stagionali, liberi professionisti e collaboratori coordinati e continuativi, cioè in sostanza, ai titolari di partiva iva iscritti alla gestione separata e ai co.co.co.

Al momento la disposizione prevede che l’erogazione sia una tantum, cioè erogata una sola volta. Ma la situazione in costante divenire ci lascia pensare che potrebbero essere fatte delle estensioni temporali dell’indennità.

Per ora atteniamoci a ciò che è certo e che sappiamo: partite iva e co.co.co e alcune tipologie di lavoratori autonomi possono fare richiesta all’INPS di questa indennità inserita nel Decreto Cura Italia.

Nel dettaglio, chi può fare domanda per accedere ai 600 Euro di Indennità Covid-19

ottenere finanziamenti a fondo perduto

I lavoratori che possono fare domanda per l’ottenimento di questo indennizzo sono per lo più lavoratori che, a causa del divieto di aggregazione, del divieto di spostamento se non per ragioni davvero necessarie, dell’obbligo di restare in casa, hanno perso o rischiano di perdere nei mesi a venire, fonti di reddito legate alle loro attività professionali.

Dunque rientrano nei titolari di diritto dell’indennità di 600 euro:

  • le partite iva iscritte alla gestione separata,
  • i Co.Co.CO,
  • gli artigiani, commercianti e coltivatori diretti,
  • i lavoratori stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali (nello specifico, quelli che hanno interrotto un lavoro stagionale nell’arco di tempo che va dal 1 gennaio 2019 al 7 marzo 2020),
  • i lavoratori dello spettacolo iscritti al Fondo pensioni dello spettacolo con reddito 2019 inferiore a cinquanta mila euro.

Nota Bene: i soggetti che possono accedere a questa quota erogata dall’INPS devono essere titolari di partita iva o inquadrati in contratti co.co.co. da prima del 23 febbraio 2020. Inoltre non devono essere titolare di trattamento pensionistico e non devono essere già titolari di reddito di cittadinanza.

Come chiedere l’indennità di 600 euro prevista nel Decreto Cura Italia

supporto per startup_raccolta fondi

Per ricevere le 600 euro previste come Indennità Covid-19, bisogna presentare una domanda telematica all’INPS, tramite il sito dell’ente (www.inps.it).

In questi giorni l’INPS sta adeguando le procedure informatiche per quello che sarà di certo un importante e repentino traffico dati, ma l’ente garantisce che le domande e le relative procedure di presentazione saranno rese disponibili on line entro fine mese.

Nell’attesa, ogni possibile richiedente deve accertarsi di avere

  • Il PIN per accedere alla propria pagina personale INPS o lo SPID ( Sistema Pubblico di Identità Digitale) o oppure la Carta nazionale dei servizi.

Se hai dei dubbi, approfitta di questi giorni per consultarti con un consulente del lavoro o con il tuo commercialista.
Noi di Studio Assettati, siamo a tua disposizione.

Come chiedere e ottenere un finanziamento a fondo perduto per Startup

Se hai o vuoi creare una Startup e vorresti ottenere un finanziamento a fondo perduto, ci sono cose che devi sapere e alcuni step da seguire.
Ecco alcune semplici indicazioni per avere più possibilità di ottenere un finanziamento a fondo perduto.

Nell’avvio di una nuova attività imprenditoriale, tanto più se composta da un team di persone giovani, sappiamo bene che i finanziamenti sono la parte più importante e più complessa da prendere in considerazione.

Tra produzione, avvio, costi di gestione, se il bilancio tra entrate, investimenti e uscite non viene ben calcolato l’attività, per quanto valida, rischia di chiudere entro i fatidici 5 anni.
Prima di procedere, se ti va, leggi anche quali sono gli errori da non fare per non far fallire una Startup entro i primi 5 anni.

Adesso analizziamo invece la questione dei finanziamenti a fondo perduto, possibile e utilissimo sussidio per molte aziende appena nate o in fase di creazione.

Che cosa sono i finanziamenti a fondo perduto?

ottenere finanziamenti a fondo perduto

I finanziamenti a fondo perduto sono dei prestiti agevolati che enti pubblici, istituzioni regionali e sovra nazionali e, in alcuni casi, come ora vedremo, anche enti privati, mettono a disposizione di PMI e startup. Si tratta, insomma, di uno strumento di finanza agevolata utilizzato per promuovere lo sviluppo imprenditoriale di un territorio.

Sono diversi dai mutui e dai comuni prestiti bancari perché non prevedono la restituzione dell’importo prestato (cioè, sono a fondo perduto).

Come si possono ottenere?

supporto per startup_studio e lettura

Detto così, sembra un Eldorado di opportunità. In realtà per poter ottenere un finanziamento agevolato con importo a fondo perduto bisogna dimostrare, all’atto della domanda, di avere tutti i requisiti di un progetto di successo. Bisogna insomma dare chiara garanzia che il progetto resterà in piedi anche dopo la fine del finanziamento e che l’investimento dell’ente che ha puntato su di noi non sia stato, letteralmente, uno spreco di soldi (spesso pubblici, come vedremo a breve).

Per ottenere un finanziamento a fondo perduto ci sono degli step da seguire, che adesso analizzeremo insieme.
Questi step sono:

  1. Trovare il giusto bando (o i giusti bandi) davvero adatto al nostro progetto;
  2. Presentare bene la domanda;
  3. Farsi aiutare da un consulente.

Come trovare il giusto bando per ottenere un finanziamento a fondo perduto

calcolo TFR premio fedeltà_ helloquence

La buona notizia: esistono moltissimi bandi che erogano finanziamenti a fondo perduto a Startup, ma non sono tutti uguali.
Ci sono ad esempio dei bandi rivolti all’impresa femminile, quelli per l’impresa degli under 35, i bandi per le imprese innovative.

Cercare quello più adatto al nostro progetto è importante e non sempre facile.

Noi ti consigliamo di cercare prima di tutto i Bandi Europei e quelli regionali/territoriali (che, a loro volta, sono spesso creati grazie a fondi Europei).

Generalmente questi sono legati alla sede legale della Startup o alla residenza dei richiedenti.
Mirano allo sviluppo di territori a scarso o lento sviluppo industriale, per cui, ad esempio, le regioni del Centro Sud sono quelle più attive in questo tipo di finanziamento.

La Regione Puglia, ad esempio, da diversi anni ha creato NIDI, il fondo creato per i finanziamenti all’impresa, al quale è possibile accedere in qualunque momento (a differenza del precedente bando Principi Attivi, al quale si poteva fare domanda con una scadenza annuale precisa).

Molto interessanti sono anche i finanziamenti a tasso agevolato dell’Agenzia per lo sviluppo Invitalia, come Resto al Sud, l’incentivo che sostiene la nascita di nuove attività imprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno e nelle aree del Centro Italia colpite dai terremoti del 2016 e 2017.

Dunque, per trovare il bando giusto bisogna:

  • cercare prima di tutto tra i bandi territoriali,
  • cercare i bandi creati per la nostra tipologia di Startap (innovativa, artigianale, digitale, ecc.)
  • cercare bandi ideati per la nostra fascia di età o, in caso di impresa femminile, optare anche per i fondi a Startup create da donne.

Come presentare la domanda per ottenere un finanziamento agevolato?

supporto per startup_raccolta fondi

Come su detto, cercare un bando davvero adatto e centrato sul nostro tipo di progetto e azienda è la prima mossa da fare.

Bisogna leggere bene il regolamento ed essere certi di essere davvero in target.

Una volta appurato questo aspetto, è bene comprendere quale è la documentazione da allegare.

Nella documentazione, è sempre richiesto un business plan o analisi SWOT approfonditi e dettagliati: meglio sono redatti questi documenti, maggiore è la possibilità di passare le selezioni.

Cerca di approcciarti al bando con un’idea il più chiara possibile di come verranno investiti, eventualmente, i fondi richiesti perché è quasi sempre necessario indicarlo.

Chiedere un aiuto, se necessario

come ottenere un finanziamento a tasso agevolato

Scrivere o applicare ad un bando per la richiesta di un finanziamento può essere difficile soprattutto se è la prima volta. Tanto che oggi esistono delle figure professionali specializzate proprio nella redazione di moduli e domande per l’ottenimento di finanziamenti a fondo perduto per varie tipologie di utente finale (Startup, Onlus, unipersonali ecc.).

Se hai bisogno di una consulenza, contattaci.
Anche noi possiamo darti una mano.

TFR e premio fedeltà: buone notizie per i dipendenti più fedeli all’azienda

La Corte di Cassazione stabilisce una connessione tra calcolo di TFR e premio fedeltà. Tutti i dettagli, in questo articolo. 


È di pochi giorni fa la sentenza della Cassazione (con ordinanza n. 3625 del 13 febbraio 2020) che dà buone notizie per i dipendenti aziendali che hanno ricevuto dei premi fedeltà, cioè delle gratifiche economiche riconosciute a seguito di molti anni di impiego in azienda. 
Queste gratifiche infatti sono computabili nel Trattamento di Fine Rapporto, che aumenta con la somma di tali gratifiche. 
Sarà così finché le modifiche del Contratto Nazionale del Lavoro non disporranno diversamente.

Che cosa è il premio fedeltà?

calcolo TFR premio fedeltà_ helloquence

Ogni azienda privata che assume con Contratto Collettivo Nazionale ha la possibilità di elargire gratifiche ai dipendenti e, in alcuni casi, anche l’obbligo a farlo. 
Ad esempio, in alcuni Contratti Collettivi l’azienda ha l’obbligo di dare premi ai dipendenti a seguito del raggiungimento di alcuni risultati.

I premi per i dipendenti sono di tre tipi: 

  • Premi di produttività, legati al raggiungimento di alcuni risultati economici e produttivi per l’intera azienda (Es. l’azienda ha aumentato il fatturato del 20% e dà una gratifica a tutti i dipendenti);
  • Premi di rendimento, collegati ai risultati di ogni singolo dipendente (Es. il dipendente ha chiuso un contratto con un nuovo cliente, portandolo nel pacchetto clienti dell’azienda);
  • Premi fedeltà, riconosciuti ai dipendenti con maggiore anzianità di servizio. 

Che cosa è il TFR (Trattamento di Fine Rapporto)?

Il trattamento di fine rapporto, nel gergo del mondo del lavoro anche detto “liquidazione”, è una parte o porzione di retribuzione che non viene erogata in busta paga ma differita (in pratica, messa da parte) per essere poi erogata al momento della cessazione del rapporto di lavoro.

IL TFR viene erogato per ogni tipo di cessazione di contratto, che sia per dimissioni del dipendente o per licenziamento, individuale o collettivo. 

Se, ad esempio, lavori per un’azienda per sei anni e poi trovi un nuovo lavoro, alla chiusura del rapporto con l’azienda da cui sei dimissionario ti verrà versata la somma di TFR accumulata nei sei anni di lavoro e calcolata sulla base di retribuzione annuale divisa per 13.5, tenendo anche presente l’aumento dell’indice Istat dei prezzi al consumo.

Il TFR si calcola tenendo presenti tutti gli elementi che fanno parte della retribuzione in un determinato anno, compresi gli scatti di anzianità, le indennità, straordinari, premi presenza e, tra le altre cose, anche i premi fedeltà. 

TFR e premio fedeltà: cosa accade a seguito di questa sentenza della Corte di Cassazione? 

Un tempo, il calcolo del TFR avveniva prendendo in considerazione l’ultima busta paga. 
In seguito, sono entrati a far parte del calcolo, tutte quelle voci di retribuzione che costituiscono l’ammontare degli stipendi nel corso del rapporto di lavoro, dai quali sono però esclusi i premi e le erogazioni una tantum, occasionali.

Tra questi ultimi, secondo la Cassazione, non rientrano i premi fedeltà, che sono invece di natura retributiva perché strettamente collegati alla vita e alla carriera continuata in azienda. 
Ed è per questo che, fino ad un’eventuale modifica del Contratto Collettivo Nazionale, i premi fedeltà andranno calcolati nel computo del TFR.

Truffa fantomatico call center INPS e verifica codice PIN

Cari lettori,

È stata denunciata da alcuni colleghi una delle tante terribili truffe telefoniche a danno di utenti ai quali, contattati da un fantomatico call center INPS, viene chiesto il codice PIN per poter accreditare un rimborso di ben €3.000,00 da parte dell’Ente.

Ovvio che questo rimborso è totalmente inventato, ma ancora più grave è che il PIN Inps viene utilizzato per cambiare l’iban di accredito di pensioni o altri ammortizzatori sociali quali NASPI eccetera.

Attenzione, nessun funzionario INPS necessita del vostro PIN e nessun call center è autorizzato a conoscerlo.

Assolto l’imprenditore che non ha versato le ritenute se supera di poco la soglia di punibilità – pillola SEAC

La Corte di Cassazione ha statuito che deve essere assolto per speciale tenuità del fatto l’imprenditore per l’omesso versamento delle ritenute, se ha superato di poco la soglia di punibilità, a nulla rilevando il fatto che l’illecito si sia protratto per molti mesi.

Con la Sentenza n. 25537 del 10 giugno 2019 è stato accolto il ricorso dell’imprenditore sulla base della motivazione che il reato di omesso versamento delle ritenute è configurabile solo in presenza di una progressione criminosa, in quanto reato unico che si perfeziona al superamento della soglia di punibilità di 10.000 euro (art. 3, comma 6, D.Lgs. n. 8/2016).

Proroga in arrivo per i versamenti di luglio – EDITORIA SEAC

https://shop.seac.it/

Come si apprende dalla stampa specializzata, è stato firmato dal Ministro Tria il D.P.C.M. con cui è disposto il differimento del termine dei versamenti delle imposte derivanti dal Mod. REDDITI 2019 dal 1° luglio al 22 luglio (il 20 luglio cade di sabato).

Tale slittamento è dovuto al ritardo del rilascio del software ufficiale per la compilazione degli ISA (i nuovi indicatori sintetici di affidabilità fiscale che sostituiscono gli studi di settore).

Sarà quindi possibile effettuare i versamenti delle imposte con maggiorazione dello 0,40% entro il 21 agosto 2019.

Si attendono ora la firma del Presidente del Consiglio dei Ministri, la registrazione presso la Corte dei Conti ed infine la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

NEWS realizzata dal team del Centro Studi Seac, responsabile dell’editoria e dei servizi: Informative Quotidiane, Schede Operative, Circolari 730, Settimana Professionale, Notiziario e Mondo Paghe.

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Public Speaking

Immaginate di frequentare dei corsi, di ascoltare dei podcast, di esservi anche preparati un paio di slide cardine.

Lo sapete che l’ice breaker è importante, che dovrete guardare tutta la sala usando i punti cardine e che sorridere aiuta.

È importante sorridere ed essere naturali, evitare di ripetere mille volte lo stesso intercalare e gestire le slide senza dimenticarsi del pubblico.

Altro aspetto? Il tono di voce. Ci vuole un tono diverso su alcune parole, per dare musicalità al discorso e mantenere l’attenzione.

Ecco, io oggi non ho fatto nulla di quanto ho scritto, per il semplice motivo che non provo.

L’allenamento è indispensabile per poter mettere in pratica ciò che si conosce, almeno le basi per non ammorbare il pubblico.

Vi farò sapere come andrà la prossima volta, magari riuscirò a pubblicare un paio di video.

12 MARZO 2019: ULTIMO GIORNO PER SANARE LE CU 2019 SENZA L’APPLICAZIONE DI SANZIONI

Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate n. 10664
del 15 gennaio 2019
Scade martedì 12 marzo 2019 il termine ultimo per correggere,
senza l’applicazione di sanzioni, Certificazioni Uniche 2019 trasmesse
entro il 7 marzo scorso.
Entro tale data (12 marzo) è, inoltre, possibile trasmettere, senza
l’applicazione di sanzioni, eventuali Certificazioni Uniche 2019
scartate in fase di primo invio effettuato entro il 7 marzo.

ESTRATTO DA INFORMATIVA N. 098 SEAC – 011 MARZO 2019

INFORMATIVA AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE, TUTTI I DIRITTI RISERVATI SEAC SPA

 

CAF e stagionalità

In attuazione delle previsioni del Jobs Act (come novellato
dal c.d. Decreto Dignità) in materia di contratti a tempo
determinato (si vedano Aggiornamenti AP nn. 304/2018 e
355/2018), CONFCOMMERCIO e le OO.SS. hanno
sottoscritto un accordo nazionale per la definizione di
attività stagionale relativamente alle specifiche attività
svolte dai centri di assistenza fiscale, che solitamente
comportano incrementi di organico nel periodo da gennaio
a luglio.
In deroga alle disposizioni del CCNL del Terziario,
Distribuzione e Servizi, si conviene che le campagne
fiscali/previdenziali, legate alla compilazione dei modelli e
dichiarativi fiscali ed attività connesse e/o nuove attività
analoghe sono da considerarsi stagionali e, quindi, escluse
dall’applicazione della normativa in tema di:
· durata massima dei rapporti a termine;
· rinnovo o proroga dei contratti;
· intervalli temporali in caso di successione di contratti;
· limitazioni quantitative.

Estratto da Infomativa Amministrazione del Personale SEAC n. 094/2019