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Categoria: Lavoro e previdenza

Assegno di Ricollocazione.

Dal post di una stimata collega:

+ E’ MANCATO IMPROVVISAMENTE ALL’AFFETTO DEI SUO CARI L’ASSEGNO DI RICOLLOCAZIONE +

Ne dà notizia la Gazzetta Ufficiale mediante D.L.4 del 28/01/2019.

Si ringrazia:

L’ANPAL, per aver reso impossibile la gestione dell’Adr , con una piattaforma telematica che non ha MAI funzionato, un’assistenza inesistente, nonché per non aver MAI saldato gli assegni dei pochi fortunati che sono stati ricollocati;

IL GOVERNO, per aver cancellato l’unica politica attiva esistente in Italia, e per essere tornati indietro di 20 anni con le politiche passive e assistenziali ;
per aver studiato con un ingegnere ( o forse più di uno) della NASA tutti i paletti possibili e immaginabili (e anche inimmaginabili) che limitano il diritto al RDC;
per aver tagliato fuori i Consulenti del lavoro dalla gestione del RDC, dopo false promesse di coinvolgimento dei privati per ottenere risultati migliori;
per aver reso obbligatoria l’indicazione della retribuzione lorda sugli unilav di assunzione ai fini della determinazione del RDC;

LA FONDAZIONE CONSULENTI PER IL LAVORO che con il progetto Hub voleva rendere più semplice per i Cdl delegati avere a disposizione una sede accreditata per gestire le politiche attive, che, ad oggi, tranne qualche raro caso in poche regioni, non esistono più.

AMEN

Grazie a Manuela

E se l’università scomparisse?

Briatore ha sconvolto tutti con dichiarazioni forti “mio figlio non andrà all’università, ci penserò io a formarlo.”

Molti effettivamente giudicano il sistema scolastico, università compresa, come obsoleto, non adeguato, superato.

Non m’interessa discutere le decisioni di Briatore ma provate ad immaginare una riforma universitaria nel vostro modello di futuro utopico/distopico.

Io ho provato ad immaginare uno scenario molto più vicino a quello che considero il giusto compromesso tra cultura e praticità.

Provo a schematizzare:

  • Le Università come le conosciamo completamente smantellate, solo commissioni d’esame composte da più docenti della stessa materia per garantire l’equità del voto;
  • Preparazione agli esami tramite corsi di formazione materia per materia, sia in FAD che in aula, attraverso Enti di Formazione accreditati scelti dallo studente (magari preferirei seguire Tributario con l’Avv. Villani o Economia con il Dott. Cacciapaglia);
  • Ogni corso frequentato con rilascio di attestazione di frequenza e qualifica al superamento di ogni esame;
  • Indirizzo e qualifica ottenuta impostati per macro aree;
  • Esami obbligatori come canovaccio ed altri a discrezione dello studente che sceglie come specializzarsi;
  • Affiancamento settimanale una volta a settimana in un’azienda/Studio;

Insomma, è difficile da spiegare in poche righe, ma immaginate uno studente di Giurisprudenza che volesse formarsi come futuro docente rispetto ad un aspirante Avvocato penalista.

Pensate davvero che sia equo e producente seguire lo stesso percorso di studio?

Io immagino che potrebbero esserci altri benefici:

  1. Corsi gratuiti finanziati sia dallo Stato/Regioni/Fondi europei ovvero aziende anche attraverso fondi interprofessionali ma fruibili in tutta Italia, chiunque potrebbe laurearsi;
  2. Questo sistema sarebbe disincentivante di meccanismi di nepotismo e favoritismi;
  3. Massimo impegno degli Enti nell’offrire corsi ai massimi livelli per attrarre un maggior numero di studenti;
  4. Aziende e Studi potrebbero conoscere e ospitare giovani promesse sin dal primo anno accademico, strutturando rapporti che potrebbero più facilmente sfociare in rapporti di lavoro;
  5. Uno studente che volesse cambiare indirizzo in itinere, avrebbe una serie di esami già sicuramente validi per qualunque altro corso.

Forse è un sogno, forse un incubo ma io sogno corsi di laurea snelli, performanti e al passo coi tempi, più vicini al mondo del lavoro ed equi, da qualunque parte d’Italia e di qualunque cifra si disponga, anche fosse ZERO!

Ultima ora DURC

Il Ministro del Lavoro accoglie le istanze dei Consulenti del Lavoro sul DURC e sulla proporzionalità delle sanzioni.
In fase di conversione del Decreto Semplificazione, verranno accolte le nostre richieste poste al Ministro in data 10/12/2018.
La norma sul DURC sarà modificata in maniera tale da consentire, alle aziende che hanno regolarizzato la loro posizione in un determinato tempo (45 gg ns. richiesta) di essere considerata tale e non restituire le agevolazioni per periodi pregressi;
la norma sulle sanzioni sarà adeguata al principio di proporzionalità e pertanto l’omissione contributiva di poche centinaia di euro per mero errore di calcolo non dovrebbe scontare una sanzione superiore alla stessa sulla scorta dell’art. 6, comma 10 della legge 338/89.
Estratto dal msg. Presidente Ordine CdL di Lecce.

CdL: strumenti fondamentali

La professione del Consulente del Lavoro è una continua lotta tra leggi che cambiano come la direzione del vento, aziende sempre più sconfortate, competenze professionali tra Ordini che si sovrappongono e tanto altro.

Chi siamo e cosa facciamo?

Possiamo deciderlo noi, da adepti dell’elaborazione a professionisti a tutto tondo, siamo noi fautori del nostro destino, ma per quanto “se il perché è forte il come non sarà un problema” non possiamo fare a meno di strumenti del mestiere.

Ecco cosa non dovrebbe mancare ad un CdL:

1) Fondazione Universo Lavoro, con i servizi del FulCloud, tra cui programmi di gestione e redazione incarichi professionali, contenzioso con Enti e un formulario (migliorabile, ma già ottimo).

2) Fondazione Consulenti per il lavoro (Fondazione Lavoro) se si ha voglia di cimentarsi nel variegato mondo delle politiche attive. È un modo nuovo di intendere la professione, forse con poco supporto e con zero servizi gratuiti, ma con un po’ di impegno può dare soddisfazioni.

3) Caf CdL, sembra fatto davvero apposta per noi e da molti servizi gratuiti, tra riviste on-line e, udite udite, un comodo software vertenze! Ci sono anche alcuni servizi di patronato, che personalmente non approfondirò più di tanto.

Altri strumenti, tra cui le mie banche dati preferite e i software paghe li approfondirò la prossima volta.

La Grecia come una famiglia italiana al collasso

Da tempo siamo tutti coinvolti in questa “euronovela”, anche con particolare coinvolgimento emotivo ed ideologico.

Tralasciando la mia opinione su quanto il popolo italiano sia consapevole e/o capace di una reazione, voglio vedere questa storia sotto un altro aspetto.

Facciamo finta che io sia la Grecia, che abbia due sorelle maggiori (la Germania e la Francia), ed una sorella minore che sta passando un periodo d’introspezione molto travagliato (Italia). Poi ovviamente ci sono i miei genitori e altri parenti più stretti e viviamo tutti nel condominio “Europa”.

Ognuno di noi ha la propria famiglia ma abbiamo degli interessi economici in comune perché abbiamo investito nel condominio.

Io decido di ottenere dei finanziamenti, faccio di tutto, anche carte false, dopotutto ne ho necessità e in questo momento sono talmente impegnato ad investire e così sicuro degli introiti che non tengo conto di non essere nella reale possibilità di pagare le rate, ne sto pensando se nella mia famiglia avvengono degli sprechi o meno.

Risultato? Forse non ho investito granché, forse i soldi li ho spesi in frivolezze, forse gli investimenti non danno (quantomeno subito) l’effetto desiderato, sono sotto stress, inizia a mancarmi l’aria e devo tagliare drasticamente le spese di casa.

I soldi devo restituirli principalmente alle mie sorelle Francia e Germania, dopotutto siamo praticamente tutti in debito con loro, c’è la mia sorellina Italia che ormai non esce più, è li a fare mille sacrifici e a piangere tutto il tempo davanti alla De Filippi sperando che il principe in maglia azzurra e calzoncini corti venga magicamente a prenderla, ma è lì, inerme sul divano abbracciata a quel bruto ignorante, che poi in realtà non ha neanche sposato, lei racconta che gli è stato quasi imposto dalle mie sorelle perché lui ci tiene a rimanere nel condominio “Europa” mentre lei avrebbe ben altri grilli per la testa!

Alla fine, tutti i miei parenti/condomini, decidono di darmi un ulteriore prestito, dopotutto ho figli, e comunque sono una parte importante anche io, a patto che però li uso con cognizione.

Io ancora una volta sono confuso, non capisco se li ho utilizzati quasi tutti per pagare gli interessi passivi alle mie sorelle maggiori e se effettivamente questo prestito è servito a qualcosa.

Ora la faccenda si fa seria, mia moglie ed i miei figli mi chiedono spiegazioni, giustamente lei non comprende perché lavorando tutto il giorno come una schiava debba fare anche la fame, e poi i nostri figli devono mangiare e studiare, etc. etc.

A questo punto non posso certo decidere da solo, e decidiamo di fare un piccolo referendum in famiglia, dobbiamo decidere se continuare a pagare le rate imposte e fare ulteriori sacrifici o meno.

Insomma, alla fine decidiamo che la nostra dignità viene prima di tutto, che non possiamo morire di fame e distruggere la nostra economia familiare per pagare interessi bancari, l’intenzione rimane quella di pagare tutto, ma questa volta lo faremo secondo le nostre possibilità, anche se loro intendono segnalarci in CRIF, anche se minacciano pesanti azioni legali, dopotutto che cosa potranno mai fare, pignorare il mio modellino del Partenone? Devono comunque stare attente, non possono e non vogliono di certo scatenare una guerra! L’ultima volta è successo un putiferio, la colpa era essenzialmente di Germania, e ne ha anche prese tante di botte, ma poi l’abbiamo perdonata, come sempre.

Certo, nonostante susciti la simpatia di tanti per essermi ribellato a questo sistema che ritengo sbagliato, nel condominio qualcuno s’indigna, dopotutto ci hanno prestato soldi un po’ tutti, anche se io rimango dell’opinione che in quest’affare tutti cacciano soldi e gli introiti vanno solo alle mie sorelle maggiori!
Comunque un pochino il furbetto lo faccio pure io eh…adesso gli ho chiesto altri soldi, voglio proprio vedere che fanno.

SLITTA A MAGGIO IL MICROCREDITO DEL MISE

Slitta a metà maggio l’accesso ai fondi del microcredito. In attesa della pubblicazione in G.U. del decreto del Mise, ancora al vaglio della Corte dei Conti, e della successiva circolare operativa che darà il via ufficiale alla procedura.

Qui un estratto della circolare n.8/2015 della Fondazione Studi.

In attesa dell’operatività, al via il servizio Faq della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro Il Microcredito slitta a maggio Verso l’ampliamento della platea dei beneficiari effettivi della garanzia Slitta l’accesso ai fondi del Microcredito. Il decreto dello Sviluppo economico sta infatti ritardando la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale in quanto ancora al vaglio della Corte dei Conti. Dopo bisognerà attendere la successiva pubblicazione della circolare operativa da parte del gestore del Fondo nei successivi 15 giorni. Presumibilmente l’inizio della procedura scatterà non prima di metà maggio. Il ritardo è anche motivato, visto l’interesse suscitato presso gli italiani, dalla ricerca di una strategia per aumentare la platea dei destinatari. Poiché il Ministero, infatti, presterà solo la garanzia (e non provvederà ad erogare direttamente i fondi) si sta ipotizzando la possibilità di utilizzare un sistema di leva fiscale e di non immobilizzare l’intera cifra del prestito oggetto della garanzia, bensì una cifra inferiore. Di conseguenza i 40 milioni disponibili potrebbero raggiungere molti più soggetti. Nel frattempo il gestore del fondo ha istituito la sezione “Microcredito” del sito www.fondidigaranzia.it .

Considerato che il fondo di garanzia è rivolto anche alle nuove iniziative imprenditoriali, l’impresa/società nascente dovrà essere iscritta in CCIAA o si può attendere l’eventuale disponibilità dei fondi? Come riportato dal sito del gestore del fondo (www.fondidigaranzia.it/microcredito.html), almeno per la fase di prima attivazione, solo le aziende già esistenti ed attive possono presentare istanza di prenotazione garanzia per Microcredito per sviluppo attività. Non sarà possibile, per contro, presentare istanze per avvio di attività.

Quale sarà il reale tasso massimo applicabile? Il tasso effettivo globale, comprensivo di interessi, commissioni e spese di ogni genere, ivi comprese quelle per i servizi ausiliari, applicato ai finanziamenti concessi non può superare il tasso effettivo globale medio rilevato per la categoria di operazioni risultante dall’ultima rilevazione trimestrale effettuata ai sensi della legge 7 marzo 1996, n. 108, moltiplicato per un coefficiente pari a 0,8.

Le Srl potranno presentare istanza di accesso al microcredito? In base a quanto previsto dal Decreto MEF n. 176/2014 sono ricomprese solo le SRL semplificate.

Bando Smart&Start

Pronto al debutto il nuovo bando Smart&Start. A partire dalle ore 12.00 di oggi, 16 febbraio 2015, infatti, sarà possibile presentare le domande accesso alle agevolazioni.
La procedura per la presentazione della domanda è completamente informatizzata ed è disponibile sul sito www.smartstart.invitalia.it.
Valutazione ed ammissione domande
Il 16 febbraio, come anche sottolineato da Invitalia (soggetto gestore), non è un click-day: le domande verranno sì esaminate ed istruite nel rispetto dell’ordine cronologico di presentazione, ma saranno valutate anche sotto il profilo del merito.
Nello specifico, dopo una preliminare verifica dei requisiti di ammissibilità dei soggetti proponenti e dei piani di impresa, le domande saranno sottoposte ad un esame di merito, comprendente un colloquio con i proponenti finalizzato ad approfondire tutti gli aspetti del piano d’impresa, basato sui seguenti criteri di valutazione:
– adeguatezza e coerenza delle competenze possedute dai soci, per grado di istruzione e/o pregressa esperienza lavorativa, rispetto alla specifica attività svolta dall’impresa e al piano di impresa;
– carattere innovativo dell’idea alla base del piano di impresa, in riferimento alla introduzione di un nuovo prodotto e/o servizio, ovvero di nuove soluzioni organizzative o produttive;
– potenzialità del mercato di riferimento, del posizionamento strategico del relativo business, delle strategie di marketing;
– sostenibilità economica e finanziaria dell’iniziativa;
– fattibilità tecnologica ed operativa del programma di investimento, se previsto nel piano di impresa.
Le domande presentate saranno considerate ammissibili qualora siano soddisfatte entrambe le seguenti condizioni:
– il punteggio relativo ai singoli criteri di valutazione sia almeno pari alla soglia minima previsto per ogni criterio;
– il punteggio complessivo, ottenuto dalla somma dei punteggi relativi ai singoli criteri di valutazione, sia almeno pari a 52 punti.
Pertanto, suggerisce Invitalia, è meglio non affrettarsi a presentare domanda, ma è opportuno prendersi il giusto tempo per elaborare i documenti con la massima cura.

GLI INCENTIVI PER LE ASSUNZIONI DEI GIOVANI

Non sono le norme che creano occupazione, ma è il contesto economico, la fiducia, la capacità di investire capitali, l’innovazione ed un obiettivo produttivo o commerciale di medio-lungo termine.

APPRENDISTATO
a) benefici contributivi: fino alle assunzioni effettuate alla data del 31 dicembre 2016, in luogo della contribuzione per il primo biennio pari all’1,50 ed al 3% (cui va aggiunto l’1,61% previsto dalla legge n. 92/2012), i datori di lavoro con un organico fino a nove dipendenti vedono azzerata la contribuzione a loro carico per tutta la durata della fase formativa (tre anni), tranne, ovviamente, la quota dell’1,61% appena citata. Le imprese dimensionate dalle dieci unità in su sono tenute al pagamento di una quota contributiva triennale pari al 10% (11,61%, se si comprende l’aliquota della legge “Fornero”). In caso di “consolidamento” del rapporto al termine del periodo formativo, viene estesa la contribuzione ridotta del 10% per i successivi dodici mesi.

  1. b) benefici di natura economica: i giovani, per tutta la durata della formazione triennale, possono esser retribuiti fino a due livelli inferiori (o anche in proporzione “a crescere” determinazioni della contrattazione collettiva) rispetto a quello finale.

    c) benefici di natura normativa: gli apprendisti sono esclusi dalla base di calcolo per l’applicazione di particolare istituti. Di conseguenza, non rientrano nel computo ai fini dell’applicazione dell’art.18 della legge n.300/1970 o dei limiti dimensionali previsti per l’avviamento al lavoro dei disabili, secondo quanto contenuto nella legge n.68/1999.

    d) incentivi sotto l’aspetto formativo: dopo le modifiche introdotte con il D.L.vo n. 167/2011 che ha affidato alla contrattazione collettiva nazionale la disciplina della “formazione in the job” (con le Regioni che hanno fatto, rispetto al passato, un grosso passo indietro), con le novità apportate dalla legge n. 78/2014 per la formazione trasversale e di base (le Regioni e le Province Autonome hanno 45 giorni di tempo dalla instaurazione del rapporto di lavoro per comunicare il luogo e la data in cui si svolgerà l’adempimento) e con la circolare n. 18/2014 del Ministero del Lavoro con le opportune specifiche relative all’apparato sanzionatorio, si può ben dire che il quadro di riferimento, per i datori di lavoro, è fortemente cambiato, in meglio, rispetto alla disciplina dell’art. 49 del D.L.vo n. 276/2003,ora abrogato.

    e) benefici sotto l’aspetto fiscale: ad oggi, e prima delle modifiche che, inserite nel disegno di legge “Stabilità 2015” che riguarderanno i costi del personale assunto a tempo indeterminato (e tale è anche l’apprendistato come si evince dall’art. 1, comma 1, del D.L.vo n. 167/2011), i costi sostenuti per la formazione sono detraibili dall’IRAP.

GARANZIA GIOVANI

Il progressivo coinvolgimento di giovani fino ai 29 anni c.d. “NEET”, che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in un cirucito professionale, è stato voluto dalla Comunità Europea.

Quali sono le agevolazioni previste?
In caso di assunzione a tempo indeterminato, sono, rispettivamente di 1.500, 3.000, 4.500 e 6.000 euro a seconda della fascia di profilazione (i 1.500 euro sono per le assunzioni dei soggetti più facilmente collocabili): per le assunzioni a tempo determinato i benefici sono soltanto per le assunzioni di terza e quarta fascia (quelle più difficili) e sono, rispettivamente, di 1.500 e 2.000 euro se il rapporto a termine è superiore a 6 mesi ma inferiore a 12, 3.000 e 4.000 se superiore a tale soglia: il tutto, attivabile attraverso il sistema del conguaglio contributivo, postula (circolare INPS n. 118/2014) il rispetto di una serie di disposizioni interne e di diritto comunitario (regolarità contributiva, applicazione dei trattamenti economici previsti dal CCNL applicato e , se esistenti, da quelli territoriale od aziendale, rispetto del diritto di precedenza, della c.d. clausola “de minimis” ben evidenziata dall’INPS nella circolare n. 128/2012.

(F.Massi)