Fase 2 per l’impresa: quali imprese ripartiranno e quando?
Previsioni della fase 2 per l’impresa, riapertura delle aziende e PMI. Ecco le misure studiate dalla “task force Fase 2”.
Dopo due mesi di lockdown produttivo e immobilismo lavorativo a causa della pandemia da COVID-19, start-up, piccole, medie e grandi imprese sono tutte accomunate dall’attesa della fase 2 per l’impresa, sperando di poter riprendere le proprie attività e iniziare a fronteggiare un periodo che, come si prevede, sarà complesso per l’impresa mondiale.
I dati in Italia, per adesso, lasciano sperare il meglio, con una curva del contagio in calo e una mappa dei contagi più rada nelle regioni del Centro Sud.
Le date del 27 aprile e del 4 maggio sono le due date indicative per l’inizio della così detta “Fase 2”, cioè la fase in cui gradualmente diversi tipi di attività potranno riprendere ad operare nel proprio comparto, con l’obbligo di adottare tutte le necessarie misure di sicurezza.
Vediamo più nel dettaglio come si sviluppa per le imprese questa fase 2, facendo anche il giusto distinguo territoriale. (faremo un post a parte in merito alla fase 2 per le partite iva e studi professionali)
Fase 2 per l’impresa: Italia divisa in tre macro aree
Come accennato, la fase 2 non potrà essere omogenea in tutto il Paese, dal momento che la densità dei casi di contagio registra una netta prevalenza in alcune regioni del Centro Nord e una casistica molto bassa in regioni come Basilicata e Calabria.
Per cui la riapertura delle attività che espongono lavoratori o avventori delle attività commerciali a maggiori rischi sarà plausibilmente posticipata nelle regioni con maggiori contagi, puntando l’inizio ufficiale della fase due ai primi di maggio.
Quali attività apriranno prima e quando?
La decisione per la riapertura delle attività produttive si baserà dividendo queste ultime in
– attività a rischio alto
– attività a medio rischio
– attivatà a rischio medio-basso.
Il livello di rischio, secondo la tabella Inail su base dei codici ATECO, prende in considerazione il livello di aggregazione sociale di ogni attività. Ma attenzione, perché secondo queste tabelle il livello di aggregazione non è necessariamente direttamente proporzionale al livello di rischio reale.
Ad esempio, se attività di intrattenimento e culturali (cinema e librerie) hanno un elevato tasso di aggregazione, il loro livello di rischio è considerato medio-basso.
Le attività considerate a basso rischio di contagio sono quelle che, plausibilmente, portando riaprire il 27 aprile, pur rispettando alcune regole che vedremo a breve.
Vediamo quali sono le attività a basso, medio e alto rischio
Le attività a basso rischio di contagio, per lavoratori e clienti, sono quelle agricole, le attività di pesca, estrazione di minerali, i settori edile e manifatturiero, il comparto alimentare e tessile e l’editoria (librerie, biblioteche e edicole) e i cinema.
Si tratta di attività che, pur prevedendo in regimi normali alti livelli di vicinanza sociale, possono adattarsi con più facilità alle nuove norme di distanziamento e igiene per lavoratori e avventori.
Il rischio medio-basso viene invece stimato per i negozi e la ristorazione (bar e ristoranti) e ciò nonostante è ancora in forse la loro riapertura il 4 maggio, come spieghiamo tra qualche paragrafo.
Per i negozi, ovviamente non tutti i punti vendita hanno lo stesso livello di frequentazione e la piccola boutique dovrà avere una gestione diversa rispetto al grande centro commerciale. Il 22 aprile verranno date indicazioni precise sul piano operativo anche per ogni tipologia di punto vendita.
Anche i trasporti terrestri e marittimi hanno un rischio medio di contagio, insieme alle scuole, anche se resta ancora incerta la decisione in merito alla riapertura di queste ultime, anche in via scaglionata.
Attività ad alto rischio di contagio, che quindi avranno una riapertura dopo il 4 maggio, sono quelle legate al trasporto aereo e all’assistenza socio-sanitaria.
Chi riapre il 27 aprile
Dunque è plausibile che il 27 aprile possano riprendere le attività in sede le aziende
– di produzione moda (fabbriche, sartorie, industrie tessili),
– mobilifici,
– cantieri edili,
– aziende comparto automotive.
Ovviamente con delle clausole imprescindibili, cioè che i dipendenti dovranno mantenere la distanza di almeno un metro e indossare mascherine adeguate e dispositivi protettivi. Lo smart working continua ad essere incoraggiato dove possibile, scaglionando l’ingresso in azienda in base a orario e giorni della settimana.
I locali dovranno essere puliti due volte al giorno e agli ingressi devono essere distribuiti disinfettanti.
Chi riapre il 4 maggio
Se e solo se la curva dei contatti continua a scendere, il 4 maggio potrebbero riaprire i negozi, scaglionando gli ingressi dei clienti con indicazioni diverse a seconda dei metri quadrati del negozio.
Estetisti e parrucchieri potranno operare solo su appuntamento, e con i dispositivi di sicurezza anti-contagio usati nel comparto sanitario, cioè guanti mono uso e mascherine.
Chi riapre dopo il 4 maggio
Come accennavamo prima, nonostante bar e ristoranti abbiano un indice di rischio contagio relativamente basso, hanno un alto rischio aggregativo ed è per questo in forse la loro riapertura il 4 maggio, facendola slittare all’11 maggio.
Tuttavia i locali dovranno garantire un distanziamento di oltre un metro per i posti a sedere.
Per cinema, sale da gioco e palestre (anch’essi con classe di aggregazione sociale massima) si sta concordando con le associazioni di categoria le giuste misure per una riapertura graduale e, soprattutto, sicura.
Queste sono le misure più plausibile fino ad ora trapelate ma, ovviamente, per delle indicazioni chiare anche dal punto di vista giuridico, bisognerà attendere il prossimo decreto, il Decreto Aprile, nel CDM del 22 aprile.