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L’innovazione dalla storia ovvero il prezzo del nazionalismo e di due conflitti mondiali

Correva l’anno 1789 nel Regno delle Due Sicilie
parliamo ad esempio della “Costituzione di San Leucio” i cui pilastri erano tre: l’educazione veniva considerata l’origine della pubblica tranquillità; la buona fede era la prima delle virtù sociali; e il merito la sola distinzione tra gli individui. Tre principi sui quali varrebbe la pena di riflettere tutt’oggi, a più di due secoli e una decina di generazioni di distanza.

La scuola era obbligatoria a partire dai sei anni di età, i ragazzi erano poi messi ad apprendere un mestiere secondo le loro attitudini e i loro desideri. Obbligatoria anche la vaccinazione contro il vaiolo. I giovani potevano sposarsi per libera scelta, senza dover chiedere il permesso ai genitori. Le mogli non erano tenute a portare la dote, a tutto provvedeva lo Stato, che s’impegnava a fornire la casa arredata e quello che poteva servire agli sposi.

I capifamiglia eleggevano gli anziani, i magistrati (che restavano in carica un anno), e i giudici civili. Ogni manifatturiere, ovvero ogni dipendente delle manifatture della seta, era tenuto a versare una parte dei guadagni alla Cassa della Carità, istituita per gli invalidi, i vecchi e i malati.

Il Codice Leuciano, ben presto tradotto in greco, francese e tedesco, anticipò di quasi un secolo le prime leggi sul lavoro varate in Inghilterra (previdenza, assistenza sanitaria, case ai lavoratori, asili nido, istruzione elementare obbligatoria e gratuita per i fanciulli). Esso perseguiva, infatti, obiettivi di convivenza tipicamente moderni e mirava a realizzare una sorta di socialismo evangelico: sanciva cioè, per i componenti della colonia, la perfetta uguaglianza, con l’unica possibilità di differenziazione basata sul merito.

Passando dall’argomento lavoro (a me particolarmente caro) altri spunti normativi provengono dalle leggi sull’immigrazione e sul trattamento degli immigrati, ad esempio nell’autunno del 1839, venne promulgata la «Legge per prevenire e reprimere i reati relativi al traffico conosciuto sotto il nome di Tratta de’ negri».

Questa normativa, costituita da 15 articoli, prevedeva pene diverse a seconda che il bastimento, utilizzato per la tratta, fosse bloccato prima della partenza o venisse catturato dopo, in mare, senza che però il traffico fosse stato portato a termine. Potevano beneficiare di sconti di pena sostanziale i membri dell’equipaggio che avessero avvisato per tempo la pubblica sicurezza; tali benefici, però, non potevano mai essere applicati in favore dell’armatore, del capitano, degli ufficiali, del proprietario della nave, dell’assicuratore e del prestatore di capitali.

Incorreva nelle sanzioni anche chi fabbricava, vendeva o acquistava i ferri da utilizzarsi nella tratta. La pena era più grave, poi, se qualche schiavo negro fosse stato fatto oggetto di maltrattamenti o di omicidio.

La Gran Corte criminale, competente per il giudizio in merito, aveva anche il compito di provvedere alla liberazione degli schiavi di colore, ai quali veniva consegnata gratuitamente «copia legale della decisione di libertà».

Una legge promulgata il 17 dicembre 1817 alla quale seguì il decreto n. 10406 del 19 ottobre 1846 regolamentava la concessione della cittadinanza agli stranieri. Essa, composta da soli tre articoli, fu la prima normativa della storia sull’immigrazione. Il suo principio informatore era quello secondo cui, per poter acquisire la cittadinanza nel Regno, uno straniero doveva risultare concretamente utile alla collettività ed, in nessun caso, poteva costituire un problema sociale od un peso economico per lo Stato.

In particolare, all’articolo 1, così recitava: «Potranno essere ammessi al beneficio della naturalizzazione nel nostro regno delle Due Sicilie: 1. gli stranieri che hanno renduto, o renderanno importanti servizi allo Stato; 2. quelli che porteranno dentro lo Stato de’ talenti distinti, delle invenzioni, o delle industrie utili; 3. quelli che avranno acquistato nel regno beni stabili su’ quali graviti un peso fondiario almeno di ducati cento all’anno; al requisito indicato ne’ suddetti numeri 1, 2, 3 debbe accoppiarsi l’altro del domicilio nel territorio del regno almeno per un anno consecutivo; 4. quelli che abbiano avuto la residenza nel regno per dieci anni consecutivi, e che provino avere onesti mezzi di sussistenza; o che vi abbiano avuta la residenza per cinque anni consecutivi, avendo sposata una nazionale».

Nel campo del trattamento dei rifiuti e della pulizia ed igiene, un decreto emanato il 3 maggio 1832, analizzava e regolamentava la situazione dell’igiene pubblica e della raccolta dei rifiuti dell’intero Regno delle Due Sicilie. Un’ordinanza della prefettura di polizia disciplinava, poi, nei dettagli, lo spazzamento e l’innaffiamento delle strade, compresa una sorta di raccolta differenziata ante litteram per il vetro.

In particolare, a Napoli, il prefetto dell’epoca, Gennaro Piscopo, ordinò ai napoletani: «Tutt’i possessori, o fittuarj di case, di botteghe, di giardini, di cortili, e di posti fissi, o volanti, avranno l’obbligo di far ispazzare la estensione di strada corrispondente al davanti della rispettiva abitazione, bottega, cortile, e per lo sporto non minore di palmi dieci di stanza dal muro, o dal posto rispettivo. Questo spazzamento dovrà essere eseguito in ciascuna mattina prima dello spuntar del sole, usando l’avvertenza di ammonticchiarsi le immondizie al lato delle rispettive abitazioni, e di separarne tutt’i frantumi di cristallo, o di vetro che si troveranno, riponendoli in un cumulo a parte».

Nel dettagliato documento del prefetto di Napoli, composto da 12 articoli, venivano indicate le modalità della raccolta e chi ne era responsabile; si vietava di gettare dai balconi materiali di qualsiasi natura, comprese le acque utilizzate per i bagni, e di lavare o di stendere i panni lungo le strade abitate; venivano, infine, stabilite le pene per le contravvenzioni, non esclusa la detenzione.

Ma occorre ricordare che già nel 1445 a Lecce Maria D’enghien già giovanissima contessa dal 1384 e poi Regina del Regno di Napoli dal 1407 aveva promulgato nella vastissima Contea di Lecce gli Statuta et capitula florentissimae civitatis Litii.
Per quanto attiene la pulizia interna della città gli Statuti contemplano norme
rigorose che, tra l’altro, proibivano l’uso di armi letali e l’esercitarsi al bersaglio nei luoghi pubblici. Era vietata la vendita di sostanze velenose a uomini e donne di cattiva reputazione e in ogni caso il venditore era obbligato ad annotare il giorno in cui la sostanza era stata venduta e chi l’aveva acquistata.

Tornando al 1817 in tema di giustizia Sin dal 1774, era stato introdotto nell’impianto processuale l’istituto della Motivazione delle Sentenze, in linea con le teorie illuministe del giurista napoletano Gaetano Filangieri (1753-1788); mentre l’articolo 194 della legge del 29 maggio 1817 recitava «L’Ordine Giudiziario sarà subordinato solamente alle autorità della propria gerarchia. Niun’altra autorità potrà frapporre ostacolo o ritardo all’esercizio delle funzioni giudiziarie o alla esecuzione dei giudicati». Ai sensi dell’articolo 196 della stessa legge del 1817 innanzi menzionata, nessuno poteva essere privato di una proprietà o di alcuno dei diritti accordatigli dalle leggi dello Stato, se non per effetto di una sentenza o di una decisione passata in giudicato.

Ricordo, infine, gli usi civici e l’istituto dell’enfiteusi, in virtù dei quali la terra veniva concessa in uso a chi la lavorava, per il sostentamento della propria famiglia, dietro pagamento della cosiddetta decima; in sostanza, i contadini erano detentori ed usufruttuari dei terreni demaniali, che restavano però sempre di proprietà pubblica. A quest’ultimo riguardo, non si può prescindere dal ricordare la Prammatica del 20 settembre 1836, di Ferdinando II, sul demanio e sugli usi civici, dal cui testo emerge chiaramente una caratteristica peculiare del Diritto: la salvaguardia dei diritti dei più deboli dalle prepotenze e dai soprusi dei più forti.

Tornando ad oggi, parlando di temi come il conflitto d’interessi, immigrazione, spazzatura, le svariate e variopinte riforme del mercato del lavoro, dovremmo tenere più in considerazione la storia e l’evoluzione che avremmo dovuto darne a quasi 200 anni di distanza, nonostante il solco indelebile che hanno lasciato una sanguinosa unificazione dell’Italia e ben due conflitti mondiali, cancellando definitivamente gli istinti nazionalisti, tipici dei periodi di grande crisi.

LE NOVITÀ NORMATIVE DELLA SETTIMANA DAL 2 GIUGNO 2014 ALL’ 8 GIUGNO 2014

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Presentazione modello 730/2014
Con il DPCM 3 giugno 2014 pubblicato in gazzetta ufficiale n. 127 del 4 giugno 2016 è stato differito al 16 giungo 2014 il termine per la presentazione delle dichiarazioni modello 730/2014 ai CAF-dipendenti ed ai professionisti abilitati scaduto il 3 giugno 2014. – Link

Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo
Il Decreto Legge n. 83 del 31 maggio 2014, pubblicato nella gazzetta ufficiale  31 maggio 2014, n. 125, introduce misure di tutela del patrimonio culturale e di sviluppo della cultura e del turismo, attraverso la previsione, anche, di crediti di imposta: per le erogazioni liberali a sostegno della cultura, per la digitalizzazione degli esercizi ricettivi, per la riqualificazione e l’accessibilità delle strutture ricettive. – Link

INPS

Modalità di pagamento di TFS e TFR
Nella circolare n. 73 del 5 giugno 2014 l’INPS ricostruisce il quadro normativo attualmente in vigore per quanto riguarda il pagamento del TFS e del TFR e nel fornisce una panoramica dettagliata sui termini di pagamento in relazione alla data di cessazione dal servizio e di maturazione dei requisiti per il diritto a pensione, nonché sulle deroghe previste in taluni casi. – Link

Regolamentazione comunitaria. Proroga periodo transitorio
L’Inps, con la circolare n. 71 del 5 giugno 2014, informa che è stato ulteriormente prorogato il previsto periodo transitorio per il passaggio graduale allo scambio di dati tra istituzioni comunitarie per via telematica, attraverso l’utilizzo del sistema europeo EESSI (Electronic Exchange of Security Information). – Link

Aziende agricole. Aliquote 2014
Con il messaggio n. 5148 del 5 giugno 2014 l’INPS pubblica le tabelle delle aliquote contributive in vigore dal 1° gennaio 2014 per le aziende agricole che operano con il flusso DMAG. – Link

Lavoratori autonomi in agricoltura. Contributi 2014
Con la circolare n. 70 del 5 giugno 2014 l’INPS rende noto contributi obbligatori dovuti per l’anno 2014 da coltivatori diretti, coloni, mezzadri e imprenditori agricoli professionali. – Link

Piccoli coloni e compartecipanti familiari. Contributi 2014
Con la circolare n. 72 del 5 giugno 2014 l’INPS riporta la tabella delle aliquote contributive dovute per l’anno 2014 dai concedenti per i piccoli coloni e compartecipanti familiari. – Link

INAIL

Prestazioni sanitarie necessarie al miglioramento dello stato psico – fisico degli infortunati e dei tecnopatici. Estensione del diritto al rimborso dei farmaci
L’Inail, con la circolare n. 30 del 4 giugno 2014, impartisce le nuove istruzioni in merito:

– all’estensione del diritto al rimborso dei farmaci anche successivamente alla stabilizzazione dei postumi;

– all’ampliamento delle specialità farmaceutiche rimborsabili;

– al flusso procedurale..

Link

Applicazione della riduzione contributiva per l’assicurazione dei lavoratori agricoli. Anno 2014.
L’Inail, con la nota operativa del 30 maggio 2014, comunica che sono riaperti i termini per la presentazione delle istanze, relative all’annualità 2014, di riduzione dei contributi dovuti per l’assicurazione dei lavoratori agricoli dipendenti dalle imprese agricole in regola con gli obblighi in tema di sicurezza e igiene del lavoro e con gli adempimenti contributivi e assicurativi, che non hanno registrato infortuni nel biennio precedente alla data della richiesta di ammissione al beneficio. – Link

 

AGENZIA DELLE ENTRATE

Addizionale dell’imposta sul reddito delle società per gli enti creditizi e finanziari

L’Agenzia delle Entrate con la  Circolare 5 giugno 2014, n. 15 comunica le modalità applicative che devono rispettare isoggetti operanti nel comparto finanziario e assicurativo sono tenuti all’applicazione, per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2013, di un’addizionale Ires dell’8,5% che, sommata all’aliquota ordinaria del 27,5%, porta l’imposta al 36 per cento. – Le modalità applicative – Link

Le perdite e svalutazioni su crediti – La nuova disciplina ai fini IRES e IRAP
L’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 14/E del 4 giugno 2014, fornisce chiarimenti sul regime di deducibilità, ai fini IRES e IRAP, degli oneri riguardanti perdite e svalutazioni su crediti alla luce delle modifiche introdotte dalla Legge di stabilità 2014. – Link

Rivalutazione dei beni d’impresa e delle partecipazioni
L’Agenzia delle Entrate con circolare n. 12/E del 4 giugno 2014 fornisce chiarimenti in relazione alla disciplina reintrodotta dalla Legge di stabilità 2014, che consente la rivalutazione dei beni d’impresa e delle partecipazioni in società controllate e collegate risultanti dal bilancio relativo all’esercizio in corso al 31 dicembre 2012, nonché l’affrancamento del saldo attivo e il “riallineamento” ai fini fiscali dei maggiori valori iscritti nel bilancio relativo all’esercizio chiuso entro il 31 dicembre 2012. – Link

Avviamento e marchi d’impresa
La legge di stabilità 2014 (commi 150 e 151 dell’articolo 1 della legge 147/2013) prevede la possiilità a regime, previo pagamento di un’imposta sostitutiva, di affrancare, in tutto o in parte, i valori relativi ad avviamenti, marchi d’impresa e altre attività immateriali iscritti nel bilancio consolidato, Con Il provvedimento del 6 giugno 2014 l’Agenzia delle entrate rende noto le modalità applicative e le operazioni che possono dare luogo alla fruizione dell’agevolazione, soffermandosi su alcune ipotesi particolari. – Link

MINISTERO DELLE FINANZE

FAQ IMU/TASI
Il Ministero dell’Economia e delle finanze  con un comunicato del 4 giugno 2014 ha messo a disposizione le risposte ad alcune domande frequentemente poste  in merito alla corretta applicazione della TASI e dell’IMU. – Link

 

Fonte

http://www.consulentidellavoro.it